SALENTO

Salento Escursioni La Sirenetta ha sede a Marina di Novaglie in piazzetta mediterraneo. Le località del Salento più vicine a noi sono:

Santa Maria di Leuca
è una frazione di 1.062 abitanti del comune di Castrignano del Capo, in provincia di Lecce. Rinomata località turistica, è la propaggine più meridionale tra i vertici ideali del Salento. È il centro abitato più a Sud dell'intera provincia, e dista 69 Km da Lecce, facilmente raggiungibile tramite la Strada statale 274 e la Strada statale 275. Più precisamente si intende per Santa Maria di Leuca la zona sopra il promontorio su cui si trovano la Basilica e il faro (che con la sua altezza di 48,60 metri e la sua collocazione a 102 metri sul livello del mare è uno dei più importanti d'Italia), mentre la Marina di Leuca è situata più in basso ed è compresa tra punta Mèliso ad est, posta ai piedi del promontorio, e punta Ristola ad ovest, estremo lembo meridionale del Salento. Nonostante l'estremo tacco d'Italia sia identificabile con Punta Ristola, Punta Mèliso (probabilmente per l'importanza che le deriva dal sovrastante faro) chiude convenzionalmente, insieme a Punta Alice in Calabria, il Golfo di Taranto. Sempre a punta Mèliso viene posto, secondo una convenzione nautica, il punto di separazione fra la costa adriatica (ad est) e la costa ionica (a ovest). Dall'ottobre 2006 il territorio di Santa Maria di Leuca rientra nel Parco Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase istituito dalla Regione Puglia allo scopo di salvaguardare la costa orientale del Salento, ricca di pregiati beni architettonici e di importanti specie animali e vegetali. Poco fuori Punta Ristola, a 85 metri sotto il livello del mare, giace lo scafo del sommergibile oceanico italiano Pietro Micca, affondato durante la seconda guerra mondiale col suo equipaggio di 58 marinai. La leggenda narra che Santa Maria di Leuca (o forse Porto Badisco) sarebbe stata il primo approdo di Enea. Successivamente sarebbe qui approdato Pietro apostolo, il quale, arrivato dalla Palestina, iniziò la sua opera di evangelizzazione, per poi giungere a Roma dove fondò la Chiesa. Fu allora che Leuca assunse il suo nome completo di "Santa Maria di Leuca". Una scalinata di 284 gradini collega la Basilica al sottostante porto facendo da cornice all'Acquedotto Pugliese che, terminando a Leuca, sfocia in mare: la costruzione dell'opera iniziò nel 1906, poi, con l'inizio della prima guerra mondiale, i lavori si fermarono e furono ripresi solo dopo la conclusione della guerra. Quindi l'Acquedotto Pugliese giunse a Leuca nel 1939, anno in cui l'opera fu completata. La monumentale scalinata e la colonna romana che ne segna il termine furono inviate da Roma da Benito Mussolini.

Gagliano del Capo
è un comune di 5.428 abitanti. Situato nell'estremità meridionale del Salento, a 63,9 km da Lecce, comprende anche le frazioni di Arigliano e San Dana. Include l'ultimo tratto della costa orientale della penisola salentina.
La frequentazione umana del territorio di Gagliano del Capo è databile sin dall'età del bronzo, come testimoniano i due menhir presenti ad Arigliano. Le fonti e i reperti testimoniano che un primo agglomerato urbano sorse dopo la distruzione dei vicini casali di Plusano e Misciano nel II secolo a.C.. Secondo la tradizione deriva dal nome latino di persona "Gallius" o "Gaius", un centurione romano che ebbe in possesso questa terra dopo la conquista romana del Salento. Dal 553 e fino all'XI secolo il paese entrò nella sfera di influenza bizantina; si diffuse il rito religioso orientale che si conservò fino al XVII secolo. Nell'877 accolse i superstiti della città di Vereto scampati alla furia distruttiva dei Saraceni. Anche questa terra, come tanti altri casali di Terra d'Otranto, è stata protagonista di varie vicende feudali. Durante il dominio angioino (tra il XIII e il XV secolo) divenne feudo di Isolda De Nocera, del milite francese Guglielmo Brunel e di Mariotto Corso. Nel 1495, Ferdinando d'Aragona concesse il casale alla famiglia Castriota-Scanderbeg, i cui discendenti abitarono nel castello situato accanto alla chiesa parrocchiale. Tra il 1413 e il 1421 il borgo fu dotato di mura e divenne rifugio degli abitanti dei casali vicini (Valiano, Misciano, Prusano, Santu Dimitri, San Nicola e Vinciguerra). Nel 1547, dopo l'ennesima invasione dei pirati saraceni che deportarono numerosi cittadini, le fortificazioni furono rafforzate. Nel XVII secolo il feudo passò a Laura Guarini, dei Conti di Alessano, e solo nel 1806 fu sciolto da ogni vincolo feudale.

Corsano
è un comune di 5.663 abitanti. Situato nel versante orientale del Capo di Leuca, a 59 km da Lecce, include un breve tratto della costa del basso Salento. Fa parte del Consorzio Intercomunale Capo Santa Maria di Leuca, aderente al club dei borghi autentici d'Italia. Il comune è conosciuto per la produzione di cravatte artigianali. Abitato sin da tempi antichi, come testimoniato dalla presenza di alcune specchie, il centro fu fondato sotto l'occupazione romana nel V secolo a.C. ad opera del centurione romano Curzio. Tale ipotesi è suffragata dal ritrovamento di monete e suppellettili risalenti a tale periodo. Molto più probabilmente il primo vero nucleo abitativo risalirebbe al X secolo sotto la dominazione bizantina, testimoniata dal rivenimento di alcune monete e di tombe nella zona denominata "Pasco". I monaci basiliani, provenienti dal vicino oriente per sfuggire alle persecuzioni dell'imperatore iconoclasta Leone III l'Isaurico, contribuirono alla nascita del casale e diffusero il culto dei due Santi Protettori corsanesi Santa Sofia e San Biagio. In seguito si sviluppò con la distruzione, da parte dei Saraceni, di alcuni casali vicini tra i quali Macurano e Vagliano. Corsano fece parte della Contea di Alessano e del Principato di Taranto (1088 - 1463). Nel 1190 il re normanno Tancredi d'Altavilla lo diede in dono a Fabiano Securo, primo feudatario che munì il paese di mura. Nel XIII secolo passò ad un tal cavaliere Guglielmo da Corsano e alla sua famiglia, successivamente a un tal Landolfo d'Aquino. Sul finire del XIII secolo il feudo risultava diviso in quattro parti, appartenenti a quattro diversi signori: Rynaldo de Bellante, Giovanni de Specula, Filippo de Hugot e a Marsilio da Corsano. Nel 1377 - 1378 risultava diviso tra i fratelli Filippo e Simone de Cursano. Nel 1525 appartenne per metà a Bernardo de Frisis e per l'altra metà a Col Angelo Securo. Fu feudo dei De Capua e dei Filomarino. Successivamente ritornò ai Securo. Ultima rappresentante di questa famiglia fu Giovanna, figlia di Severino barone di Corsano, che andò in sposa a Giovanni Cicala, secondo barone di Castrifrancone. Nipote di questi, Giovan Giuseppe fu l'ultimo barone di Corsano poiché il 24 maggio 1636 vendette il Casale con atto notarile di Giovan Alfonso Rausa di Lucugnano a Giovan Tommaso Capece. I Capece detennero il titolo di Baroni di Corsano fino all'eversione della feudalità avvenuta nel 1806.
Alessano
è un comune di 6.523 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato nel basso Salento, comprende anche la frazione di Montesardo e la località costiera di Marina di Novaglie. Ricoprì un ruolo preminente su tutto il Capo di Leuca, tanto da divenire sede dell'omonima diocesi dal X secolo al 1818, e capoluogo di contea. Il territorio di Alessano fu abitato sin dai tempi più remoti come testimoniato da diversi rinvenimenti rupestri. Sotto il dominio normanno, la città assunse un ruolo preminente su tutto il Capo di Leuca, ruolo che conserverà per lungo tempo. Proprio in quel periodo la città divenne sede vescovile; tale rimarrà fino al 1818. Nel corso della dominazione angioina fu capoluogo di Contea che includeva i territori di Arigliano, Caprarica del Capo, Giuliano di Lecce, Matino, Miggiano, Montesardo, Patù, Presicce, Ruggiano, San Dana e Specchia. Furono i secoli XV e XVI in cui Alessano visse la sua stagione di massimo splendore. Durante la signoria di importanti famiglie nobiliari, quali i Della Ratta, i Del Balzo, i De Capua, i Gonzaga, i Guarini, i Trani, i Brayda, gli Ayerbo d'Aragona e gli Zunica-Sforza, che si succedettero nel corso dei secoli, la città divenne un importante centro commerciale, attraendo anche alcune famiglie di ricchi commercianti veneziani ed una piccola comunità ebraica, che possedeva una propria Sinagoga nell'odierna Via della Giudecca. Il centro urbano si arricchì così di pregevoli palazzi in puro stile rinascimentale che ancora oggi si possono ammirare. Attorno alla corte ducale fiorì un notevole movimento letterario. In seguito, il centro decadde e con la soppressione della Diocesi perse gradualmente la posizione di preminenza.





Tricase
è un comune di 17.773 abitanti della provincia di Lecce in Puglia. Situato nel Capo di Leuca, a 53,4 km dal capoluogo provinciale, include un tratto della costa orientale del basso Salento. Fa parte del Consorzio Intercomunale Capo Santa Maria di Leuca, aderente al club dei borghi autentici d'Italia. Parte del suo territorio ricade nel Parco naturale regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase. Tricase sorge in una zona ricca di testimonianze preistoriche e megalitiche (menhir, specchie, ecc...). Mancano documenti attendibili per risalire alle primitive vicende di Tricase, che rimangono legate esclusivamente ad alcune versioni, secondo le quali, tra il X e l'XI secolo, esistevano tre casali che, unendosi, determinarono la nascita del primo nucleo abitativo dell'odierna Tricase. Sebbene molti storici sono concordi con questa ipotesi, diversamente lo sono per i nomi dei tre casali: per lo storico Luigi Tasselli i casali si chiamavano Trunco, Monesano e Amito Cuti; per Antonio Micetti Menderano, Voluro e San Nicola; per Girolamo Marciano Abatia, Trunco e Manerano, per Michelangelo d'Elia Trunco, Manerano e Voluro. Le prime informazioni certe si hanno a partire dalla fine del XII secolo, quando era feudatario un certo Demetrio Micetti, i cui successori furono spodestati da Carlo I d'Angiò, dopo la Battaglia di Benevento del 1266, perché sospettati di aver appoggiato gli Svevi. Il feudo di Tricase venne ceduto a Nasone de Galerato verso il 1270, passò poi ad Angelo de Cafalia e in seguito a Goffredo de Lavena. Successivamente fu incluso nel Principato di Taranto e nel 1401 fu concesso in feudo a Raimondello Orsini Del Balzo da Ladislao di Durazzo, re di Napoli. A Raimondello successe il figlio Giovanni Antonio che governò fino al 1419, anno in cui il feudo fu acquistato da Baldassarre ed Antonello Della Ratta. Nel 1480 subì i saccheggi dei Turchi che riuscirono ad espugnare la città di Otranto (Battaglia di Otranto). Dopo il 1540, il casale di Tricase passò da Ludovico Benavola di Napoli a Pirro Castriota-Scanderbeg, nobile famiglia di origine albanese, e nel 1569 fu venduto a Federico Pappacoda, al quale successe il figlio Cesare. Da Cesare Pappacoda passò, nel 1588, a Scipione Santabarbara che, a sua volta, la rivendette il 20 dicembre dello stesso anno ad Alessandro Gallone, i cui discendenti lo possedettero fino al 1806, anno di eversione della feudalità. I Gallone si fregiarono del titolo di Principi, ottenuto a Madrid il 24 marzo del 1651 da Filippo IV di Spagna. Di questa importante Famiglia si ricorda che Maria Bianca Gallone, ultima Principessa di Tricase, è morta nel 1982.
Fonte Wikipedia